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Le minacce per la flora dell’appennino

Le specie in direttiva habitat presenti sul territorio subiscono diversi tipi di minacce e problemi nell’area di progetto.

Minaccia 1: Pressione turistica

La forte pressione turistica proveniente in prevalenza dalla capitale e da Napoli, e concentrata nei week-end delle stagioni estive e invernali, determina l’incremento esponenziale della popolazione domiciliata nel territorio. Il tipo di turismo non particolarmente istruito sulle particolarità naturalistiche del luogo determina atteggiamenti di sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali, con passaggio su sentieri con mezzi motorizzati, quad, moto, posteggi auto nei prati, eccessivo calpestio su sentieri, ippovie e percorsi di cicloturismo, ecc.

Le aree maggiormente fruibili dai turisti sono zone di pianori e altopiani, lungo le vie e aree adiacenti, vicino ai percorsi turistici, nelle cittadine e dintorni, nei boschi attrezzati e nelle aree pic-nic. La minaccia è indirettamente causata anche dalla rete sentieristica e sportiva (ippovia) sita in corrispondenza di alcune importanti stazioni floristiche.

Minaccia 2: Raccolta indiscriminata

Nonostante il divieto di raccolta della flora spontanea in tutte le aree protette e l’azione di sorveglianza da parte del personale del Corpo Forestale dello Stato, la raccolta o il danneggiamento dei fiori o di interi individui vegetali delle specie di maggior interesse ornamentale (Iris marsica, Adonis distorta, Cypripedium calceolus) è spesso attuata da turisti e popolazioni locali.

Le aree maggiormente fruibili dai turisti: zone di pianori e altopiani, lungo le vie di comunicazione e aree adiacenti, lungo i sentieri del parco, vicino ai percorsi turistici e nelle aree picnic.

Effetti: la compromissione della biodiversitĂ  interessa le specie targeted con fioriture vistose, quali Iris marsica, Adonis distorta e Cypripedium calceolus, con la compromissione del numero di individui.

Minaccia 3: Pascolo e sfalcio

La gestione dei pascoli e dei prati determina una minaccia per le specie: lo sfalcio impedisce la fruttificazione di Klasea lycopifolia, il pascolo comporta una serie di problematiche, in alcuni siti, su Jacobaea vulgaris subsp. gotlandica, Iris marsica, Klasea lycopifolia, Astragalus aquilanus. Queste problematiche sono legate al calpestio, alla brucatura eccessiva del cotico e alla nitrificazione nei siti di permanenza eccessiva degli animali.

Localizzazione: aree a pascolo bovino ed equino site sul territorio che presentano segni di degrado nelle dinamiche della vegetazione (Prati del Sirente, piana di Campo Felice); aree interessate dallo sfalcio dei prati (Altopiano delle Rocche, Val d’Arano).

Effetti: diminuzione del numero di individui e dello stato di conservazione delle popolazioni, degrado ed erosione del suolo, aumento della flora nitrofila infestante; diminuzione della diversitĂ  infraspecifica per mancata produzione di semi.

Minaccia 4: Incendi boschivi

Grave minaccia che ogni estate si presenta in maniera imponente sul territorio nazionale e ancor di più nel Centro-Sud, è quella degli incendi boschivi: favoriti dalla calura e dall’aridità, in particolare evidenziata in questi ultimi anni anche per gli effetti del cambiamento climatico mondiale (Global Change), sono un serio pericolo per queste specie localizzate in habitat scoperti, aridi, al confine dei boschi di querce, piuttosto vulnerabili.

Accanto agli strumenti messi in atto con i piani antincendi delle singole aree protette (sorveglianza, primo intervento, ecc.), ulteriori misure di prevenzione vengono qui messe in atto, segnatamente interventi selvicolturali finalizzati alla riduzione della vulnerabilitĂ , sui boschi siti immediatamente a ridosso delle popolazioni di Iris marsica e Astragalus aquilanus in situazioni ad alto rischio.

Localizzazione: aree con vegetazione di boscaglia a quote non superiori a 1100 metri, nella zona Fontavignone-Terranera–Secinaro–Piani del Sirente del PRSV.

Effetti: gli effetti dell’incendio dipendono molto dall’intensità dello stesso. Tuttavia, le piante erbacee come quelle oggetto del progetto sono generalmente molto vulnerabili e, a differenza di quelle tipiche di climi mediterranei, non adattate a sopravvivere al passaggio del fuoco. Esse sarebbero quindi gravemente compromesse se non localmente estinte. Tale aspetto è ancora più grave in endemismi locali perché la estinzione in Abruzzo determinerebbe l’estinzione su scala nazionale e globale.

Minaccia 5: Evoluzione dinamica della vegetazione

La naturale evoluzione della vegetazione determina l’aumento della componente arbustata e arborea della vegetazione con conseguente riduzione del pascolo e chiusura delle chiarie. Tale minaccia, particolarmente pressante per le specie tipiche dei pascoli secondari che vivono non lontano da formazioni boschive (Astragalus aquilanus, Iris marsica) e per le specie che, pur nemorali, soffrono una copertura totale della vegetazione almeno relativamente ai ratei di fioritura e fruttificazione (Cypripedium calceolus), si osserva per lo più in prossimità del limitare del bosco e richiede leggeri e non radicale interventi per il controllo dell’avanzamento degli individui arbustivi ed arborei, in maniera da mantenere entro livelli molto bassi la copertura vegetale degli strati superiori della vegetazione.

Localizzazione: aree con vegetazione legnosa in prossimitĂ  od in corrispondenza dei siti di presenza delle specie.

Effetti: riduzione delle popolazioni delle specie targeted nei siti di presenza concomitante di formazioni legnose: Cypripedium calceolus, Iris marsica e Astragalus aquilanus.